Lanzarote, gennaio 2015

Lanzarote, gennaio 2015

Dal primo momento, qui ho percepito una corrente aerea continua che sostituisce il vento di casa.

Le piante di Euforbia tabaiba dulce (Euphorbia balsamifera) e di Verode (Kleinia neriifolia) si tengono accucciate al terreno e si arrotondano per non contrastare questa corrente che sentono amica.

Dovunque volgo lo sguardo la vegetazione si abbina alla mia malinconia allegra. Forse un’ebbrezza atlantica? Sono immerso in una risonanza che mi avvicina all’inizio della vita e non solo di quella vegetale.

L’endemismo insulare mi crea sospensione più che stimolare la  predeterminazione del florista collezionista. È tutto una fantasticazione che s’infervora e corre più avanti dei piedi e a ogni passo si aprono giardini recintati da uno sguardo.

Ma non saprei dire cosa mi abbia colpito di quella verandina che affacciava sull’Atlantico; forse quell’ensemble vegetale di  comunissime crassule e calancole con sonseveria (come special guest) che, in una immota attesa di abitanti lontani, esprimono una combinazione di richiami cromatici tanto innocenti quanto insinuanti.

Questo è un soggiorno di estemporanee gioie floristico-vegetazionali.