Gallipoli, aprile 2015

Gallipoli, aprile 2015

Ovunque mi sia recato ho sempre provato molta attrazione per la vegetazione costiera. Ciò dipenderà dal riconoscere una sua specifica personalità dovuta alle condizioni ambientali che ha subito e all’azione del mare che, non saprei dire fino a che profondità nell’entroterra, l’ha influenzata.

Soprattutto la costa urbana mi mostra quei segni vegetali che abbino subito alla ruggine degli attrezzi marinari e di certa frequentazione clandestina di scambi di auto nelle ore serali.

Su questi battutti di terra salmastra crescono flore che mantengono i segreti, nella loro umile strategia di appaiarsi al suolo. Mi colpisce questo quadretto a mosaico di frammenti di pignatta in terracotta rossa tra le piantaggini a radice grossa (Plantago macrorrhiza)