Galatone, aprile 2015

Galatone, aprile 2015

In questi paesaggi vegetali, imprevedibili solo nel loro assetto, traspare una magica sintesi di lotta e collaborazione di un sistema vitale che proprio non ammette vuoti.

Davanti a questo campo di papaveri (Papaver rhoeas) mi è venuto il pensiero, senza sapere quanto m’abbia influenzato il colore rosso dei petali, che le infestanti sono l’emostatico della terra.

Le piante avventizie guariscono le ferite della terra come le piastrine del sangue cicatrizzano le nostre ginocchia sbucciate.

Esse si affrettano ad arginare con palizzate improvvisate l’emorragia di sostanze vitali della terra, che è necessario siano conservate il più possibile. Solo più tardi, compaiono le piante “giuste” di quel singolare luogo, così come, alle croste informi, subentrano le cellule proprie della pelle.

Non c’è terreno vivo e fertile senza erba, non c’è erba senza terreno fertile e vivo.

Bisognerebbe istituire il reato di erbicidio come crimine contro l’umanità.