Un bosco d’erba; Salve (LE), marzo 2021

Un bosco d’erba; Salve (LE), marzo 2021

Un quadro spaziale di costituisce vibrando, dice Merleau-Ponty.

Per Cézanne l’immagine si identifica con lo sguardo.

Apprezzare la visibilità del giardino come un giustapporsi di onde di colore.

Lo sguardo è allora questa variabilità che non permette più una finzione rappresentativa conclusa, ideale.

Mostrare un giardino in questo modo, vuol dire non nascondere più che lo sguardo è un processo di ispezione di aspetti spaziali sempre mutevoli; vuol dire non nascondere che l’immagine dentro la recinzione è solo una traccia, uno sguardo su un giardino che può apparire agli occhi in centomila modi diversi.

Ciò che può allora fare il paesaggista è solo organizzazione spaziale di questa traccia, ma può farla solo, e inevitabilmente, attraverso il suo sguardo che si fa interprete degli altri sguardi, quelli dell’utente, del committente, del passante…

Ma come nasca la poetica dello spazio non lo si potrà mai dire definitivamente.

Forse è solo attraverso lo sguardo dei bambini che si può apprendere qualcosa di più di un luogo. Solo loro possono cogliere la proprietà emergente di un sistema complesso come lo spazio. Si potrà pensare che i bambini o gli ingenui non abbiano il vocabolario adatto a rappresentarlo. Ci si sbaglia! Il fenomeno come percezione di ciò che appare è verosimilmente colto pienamente solo da coloro che hanno la testa sgombra dalle istruzioni per l’uso dei luoghi, quelle, per intenderci, che girano in tondo tra gli esperti e sedicenti tali.

Non potrò mai dimenticare l’espressione usata da una bambina che davanti ad un prato naturale pieno di ogni sorta di specie erbacea, mi disse quanto fosse bello quel “bosco d’erba”.

Davanti ad un prato naturale di una radura in una macchia, di quelli che si vedono in questo mese alle periferie dei paesi salentini, l’immagine emerge prima di ogni altra considerazione scientifica (flora*, vegetazione, habitat, ecc.). Nella apparente semplicità di quella espressione c’è il senso pieno di una visione che restituisce una complessità che per emergere non ha bisogno di altri approfondimenti botanici.

I bambini hanno una ragione scientifica, anche quella bambina ne aveva, crescendo ha capito molte più cose, ora distingue botanicamente i fili d’erba, ma non vede più quel “bosco” indefinito e così pieno di sorprese come in un sogno fatto alla luce del sole di un giorno di marzo che così non tornerà mai più.

*Fedia graciliflora; Salvia verbenacea; Trifolium sp.; Lotus sp.