Se ogni sistemazione paesaggistica è una poetica, con quali parole possiamo descriverla senza tradirla?
Costruire un giardino con le rocce è sempre una poetica mai descrivibile a priori, pensabile solo come astrazione prima del suo farsi materiale e particolare.
Qui il demiurgo è colui che meglio sa ascoltare.
Massi mesozoici fluttuano nello spazio della mente naturale e attendono una collocazione artistica e provvisoriamente eterna.
C’è eccitazione che non si sa da dove esattamente provenga, se dal fatto di realizzare qualcosa che si aveva già in mente o piuttosto da una coincidenza con ciò che era nel paesaggio come insieme interconnesso di terreno, roccia, piante, animali, microbi e le nostre connessioni nervose, collegate da coltivata concentrazione che tutto tiene insieme.
*Aloe arborescens, Aloe cooperi, Heperaloe parviflora, Yucca rostrata, Bulbine frutescens, B. f. ‘Hallmark’, Senecio serpens, Sedum nussbaumerianum