Agosto salentino 2021

Agosto salentino 2021

Il paesaggio è il Tao. Del paesaggio come del Tao non se ne può parlare compiutamente, possiamo solo dire che in esso si sostanzia l’immediatezza dei processi del vivere.

Un paesaggio si manifesta nella sua apparenza data dall’equilibrio invisibile delle sue componenti.

Il giardiniere, preso in una sorta di deriva situazionista, gioca adattandosi al luogo e districandosi attraverso il dualismo tra la forma e la vita. Esso si muove in quel empirismo delicato di cui parlava Goethe che si identifica nel modo più intimo con l’oggetto e così diventa vera e propria teoria.

Un luogo non è la semplice e atonica rassegna dei reperti oggettivi che contiene, ma esprime una configurazione che sottende una narrazione, in cui “recitano” oggetti d’affezione.

Le tecnicalità agrobotaniche sono la cassetta degli attrezzi del buon giardiniere, ma è solo grazie all’“empirismo delicato” e all’immanenza biofila ed empatica, che si può entrare nel piano creativo più congeniale al giardino.

Questa è la teoria del paesaggio del giardino nel paesaggio. Da questa teoria prendono avvio le nuove pratiche consapevoli: coltivare una bordura di erbacee perenni, potare un albero, sagomare un arbusto, coltivare il giardino, guardare un paesaggio.

Ciò ci fa amare anche le stoppie* dei nostri paesaggi aridi agostani dove due terzi delle specie botaniche (terofite, emicriptofite e geofite) sono fenologicamente invisibili nel paesaggio. Le prime a tornare sono le “candele” bianche (infiorescenze) della scilla marittima*, puntuali come orologi atomici, compaiono nell’ultima settimana di agosto, quasi a salutare i turisti distratti che intraprendono la via del ritorno in città.

Il Salento di oggi è una terra di piropaesaggi di terzi paesaggi che non sappiamo da che parte vada…

 

 

* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero – Brachypodietea) – Habitat prioritario  della Direttiva ’92/43

** Charybdis maritima (L.) Speta